lunedì 19 dicembre 2016

Step 19: anatomia del bistro

Sono il color Bistro.

Probabilmente non avrai sentito parlare molto di me, prima di adesso. La mancanza di popolarità come colore, è dovuta al fatto che il mio nome è associato quasi sempre al Bistrò (o bistrot), una tipologia di osteria nata nell’800 a Parigi, che nei colori dell’arredamento richiama me!

Eppure sono un colore con origini antichissime, infatti venivo utilizzato addirittura nella cosmesi al tempo degli Egizi.

Posso essere chiamato anche fuliggine stemperata e sono un pigmento organico di colore bruno giallastro ottenuto trattando della comune fuliggine con acqua e addensanti naturali. La mia migliore qualità è ottenuta dalla combustione del legno di faggio, che vengono stabilizzate con della gomma arabica.

Il mio  nome deriva dal greco bystra, fuliggine. Sono stato descritto per la prima volta  nella raccolta di Jean Lebègue "Tabula de vocabulis sinonimis et equivocis colorum", del 1431 (manuscrit latin 6741, conservato alla Bibliothèque Nationale de France, Parigi), dove venivo chiamato caligo o fuligo.
Per gli esperti nel mondo della pittura, probabilmente, sono più conosciuto. Infatti sono stato utilizzato molto da grandi artisti come Lorrain, Rembrandt e Guercino, soprattutto nelle opere ad acquarello o ad olio.
Il mio utilizzo è durato fino alla fine XIX secolo, quando sono andato in disuso. Oggi sono stato sostituito in genere dal nero di seppia o dal bistro inorganico, idrato di manganese, che non viene danneggiato dalla luce come me.

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