mercoledì 16 novembre 2016

Step 8: La saggezza popolare



Ogni giorno usiamo proverbi, superstizioni, scaramanzie, tabù, di cui però non conosciamo il significato, nè l'origine. Facciamo cose, per scaramanzia, senza sapere perché le facciamo; la nostra cultura ha dimenticato di spiegarci il perchè delle cose che facciamo; celebriamo feste e riti senza comprendere il senso. E quando non si sa più perchè si fa qualcosa, o perchè si ritiene che una cosa porti sfornuta o fortuna, significa che si è rimasti culturalmente soli, senza più un dialogo aperto e reciproco con le nostre origini culturali.


Vi sono molte versioni, non contrastanti tra loro, sull'origine del concetto di superstizione: la più condivisa, proposta già da Lattanzio, è che si tratti di qualcosa di "supertite", un avanzo delle antiche tradizioni pagane; mentre Cicerone riteneva che derivassero da "superstites" (superstiti), cioè invocazioni agli Dei affinché risparmiassero i figli dalle loro ire funeste; in modo simile S.Agostino le faceva risalire al verbo arcaico "superstito", cioè preservare, far durare, sopravvivere. E' evidente dunque la comune origine di scongiurare una morte (propria o altrui), come già accadeva in tutti gli antichi riti pagani della tradizione pre-cristiana.(fonte: http://www.matteomugnani.com/superstizioni.html)

Non è facile trovare proverbi e/o superstizioni relative strettamente al colore, tuttavia, come già fatto in post precedenti, basta allargare la ricerca a fuliggine e faggio e il materiale aumenta:


  • Proverbi e modi di dire


1.  "E' mègliu nu savùcu avant' a porta ca nu fògu a ramuntàgna"
      (E' meglio avere una pianta di sambuco davanti casa che un albero di faggio alla montagna).
      Chi si accontenta gode.

2. "I é comà cach e calì"
     (Sono come caglio e fuliggine).
      L’espressione è riferita a due fidanzati molto uniti. Il caglio era conservato nel camino,                        dove si ricopriva di fuliggine.

3. "La péscia ténn' è d'u callarèr'"
     (La peggior fuliggine è del calderaio).
      Non c'è peggio sordo di chi non vuol sentire

4. "Difficile vedere che un faggio porti pere"



  • Superstizioni


GIORNI DELLA MERLA
La tradizione popolare ricorda il 29, 30, 31 gennaio come i giorni della merla, ovvero i giorni più freddi dell'anno. Si racconta che se questi giorni sono freddi la primavera sarà mite e bella, mentre se sono caldi la primavera si farà attendere. La leggenda narra che un tempo i merli erano candidi come la neve. In un giorno freddissimo una merla volava disperatamente con i suoi piccoli alla ricerca di un riparo caldo. Quasi allo stremo delle forze, la merla e i suoi piccoli si rifugiarono in un comignolo, salvandosi così dai rigori dell'inverno. Quando uscirono di nuovo all'aperto si ritrovarono, però, tutti neri a causa della fuliggine. Da allora, in segno di ringraziamento per quel salvataggio quasi insperato, tutti i merli divennero neri.




GRAVIDANZA
Nella tradizione contadina italiana, appena nasceva un bambino, in nome delle superstizioni, e quindi per proteggerlo idealmente dal rischio della mortalità infantile ( che un tempo era molto frequente) gliene venivano fatte letteralmente di tutti i colori. Appena nato gli veniva messo in bocca qualche cristallo di sale grosso, nella convinzione che i sale allontani il maligno (perchè tradizione vuole che le streghe non potessero usarlo nelle loro pozioni e dovessero mangiare insipido), poi veniva preso dal padre e passato per tre volte sul fuoco acceso del caminetto, affinchè il fuoco lo proteggesse dalle future malattie, e quindi veniva messa la fuliggine dello stesso caminetto sotto la sua culla e sotto il suo cuscino, in modo che la cenere ( come l'incenso delle benedizioni religiose) lo consacrasse. Se il bambino si ammalava nei primi mesi di vita, il rito veniva ripetuto, usando però il forno al posto del caminetto: veniva inserito tre volte nel forno acceso, appoggiato sulla pala del pane.

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